Domenico, non è necessario che ti scusi.

I motivi per cui preferiamo porzionare per poi bonificare esternamente le singole porzioni, sono molteplici.
Prima di tutto porzionando in anticipo hai il primo vantaggio che riguarda il
food cost: puoi ridurre lo scarto al minimo e ottenere porzioni tutte dello stesso peso.
Invece tenendo un pezzo di carne intero in cella (immagino che intendi “non in sottovuoto”) da porzionare al bisogno, hai già un alto rischio di
contaminazione batterica incrociata.
Inoltre bisogna considerare il deperimento del prodotto nel tempo, che oltre a far aumentare lo scarto (la parte esterna in corso di deterioramento va eliminata), comporta un decadimento anche della qualità e della sicurezza per i commensali.
Oltre a questo penso anche alla perdita di tempo e alle ulteriori contaminazioni, specie se non svolgi questa operazione in anticipo ma tagli le porzioni al momento durante il servizio. E ritornando al
food cost hai anche un margine d’errore altissimo, perché durante il servizio non c’è il tempo per avere cura di tagliare le porzioni allo stesso modo ma si fa sempre più “a occhio”.
Invece tagliando le porzioni e conservandole solamente in sottovuoto senza trattamenti termici, non si mette comunque totalmente al sicuro il prodotto, anche se di per sé la shelf-life raddoppia. Il motivo è che le singole porzioni saranno per forza manipolate, quindi una contaminazione della parte esterna avverrà sempre, anche se minima. Inoltre la carne resterebbe
“in ammollo” nei suoi stessi liquidi che vengono dispersi nel tempo, per tutto il periodo di conservazione.
Infine, un passaggio nel CTI a
50 °C fino al raggiungimento dei
38 °C al cuore non è utile né al miglioramento della consistenza della carne e delle proprietà organolettiche, né alla conservazione.
Posto che 38 °C è una temperatura troppo bassa per un taglio di manzo, un trattamento del genere è piuttosto rischioso quando non è previsto il consumo immediato e non può neanche essere considerato
“una cottura”. Questi parametri vanno bene per una
cottura diretta di un
trancio di salmone da consumare subito ma non per il manzo, se l’obiettivo è conservarlo, poiché sono
temperature ideali per l’incubazione della flora batterica.
Non so se hai notato che i succhi dispersi dalle carni rosse “cotte” a temperature vicine ai 50 °C e poi conservate,
tendono a scurire dopo qualche giorno diventando sempre più scuri col tempo, e con essi anche la carne.
Se invece fai una
pastorizzazione superficiale dopo aver porzionato e condizionato sottovuoto,
mantieni la stessa qualità dalla prima all'ultima porzione senza decadimento organolettico anche fino a 2 settimane (ovviamente seguendo la
corretta prassi igienica dall’inizio alla fine). Così tutti i commensali saranno soddisfatti e sicuri allo stesso modo!
