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Marco Perissinotto

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Quanti di voi conoscono una buona tecnica per ottenere degli oli aromatici sottovuoto?

Quella che va per la maggiore è l'infusione a caldo.
Infatti, la maggior parte dei cuochi inserisce nella busta l’ingrediente da cui vuole ricavare l'aroma principale e, dopo aver aggiunto l'olio, confeziona il tutto in sottovuoto e lascia la busta a 60 °C costanti, per qualche ora.

Di per sé questo sistema è valido, ma penso sia possibile ottenere un risultato migliore, senza il bisogno di dover scaldare l'olio.
Per i più scettici, ho detto “migliore” perché non tutti sanno che l'innalzamento della temperatura modifica lievemente le proprietà organolettiche dell'olio.

Il metodo che personalmente preferisco, perché secondo me più intelligente, è quello dell'infusione a freddo.

Questo metodo è leggermente diverso e non sempre rende allo stesso modo con tutti gli alimenti.

Volete sapere come funziona?
È più semplice di quanto possa sembrare, ve lo spiego subito.

Invece di usare le buste come fanno tutti, metto sia l’olio che il prodotto aromatico all’interno di un contenitore, che successivamente posiziono all’interno della camera del vuoto della mia confezionatrice. Ovviamente il contenitore dev’essere sì ampio, ma non deve superare le dimensioni interne della camera, affinché sia possibile chiudere perfettamente il coperchio della macchina.

A questo punto faccio partire un programma apposito della confezionatrice, oppure tramite una funzione manuale si può avviare un ciclo di vuoto per provocare lo scambio di sostanze tra i due prodotti.

Durante questa fase, l’olio assorbirà molto più sapore rispetto a quanto potrà rilasciarne. Ripetendo poi lo stesso ciclo di vuoto per altre 2 o 3 volte, il prodotto aromatico rilascerà nell'olio una maggior quantità di sostanze, intensificandone il gusto.

Per esempio, con questo procedimento ottengo un risultato straordinario con i pereiòpodi (le zampe) degli astici, usando l'olio d'oliva.

astice-anteriore-zampe.jpg


Per entrare più nello specifico, in maniera che possiate provare a farlo anche voi, vi do due indicazioni più precise:

  • Faccio tostare le zampe in forno, a 200 °C per 20/30 minuti;
  • Abbatto a +3 °C e, quando hanno raggiunto la temperatura, le schiaccio leggermente con un batticarne, per romperle.
  • Dopodiché metto tutto all'interno del contenitore di cui vi ho parlato poco fa ed effettuo 2 cicli con il programma specifico per aromatizzare, della mia confezionatrice.

In questo modo, in pochissimo tempo ottengo un olio che ha assunto il colore rossastro dell'astice cotto e, allo stesso tempo, tutto il gusto di crostacei arrostiti ma senza aver minimamente scaldato l'olio.

Volendo, se preferite non usare l’olio d’oliva, potete scegliere l'olio che più si addice al risultato che desiderate.
Io, lo uso per mantecare sia gli spaghetti allo scoglio che i paccheri all'astice, perciò ho scelto di puntare su un buon olio d'oliva di qualità.

Non vi resta che provare: il risultato è garantito!

A presto Chefs!
 
Grazie Mattia!

Tieni presente che per ottenere sempre il meglio, potresti dover cambiare il processo per ogni prodotto.
Nel senso, ti faccio un esempio banale, per fare l'olio all'aglio non lo tosterei in forno. Però il fatto di tagliarlo in piccoli pezzi e togliere l'anima sicuramente è indispensabile.
 
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Reazioni: Mattia Blasioli
Se io non ho il programma apposito basta che faccio il vuoto al 99% 3/4 volte?
Ciao Michele,
esatto.
Se non hai il programma puoi usare più cicli di vuoto, anche se non otterrai lo stesso identico risultato, perché di solito questi programmi sfruttano l'effetto polmone.
In poche parole estraggono e reimmettono l'aria a pressioni differenti, appositamente studiate per ottenere il miglior risultato.
 
Buonasera,
Per ottenere un olio ad esempio al rosmarino o al timo procede allo stesso modo?
Le proporzioni con 1 litro di olio quali sono?
Meglio olio d'oliva o extravergine?
Grazie
 
Ciao Vittorio,
per questo tipo di erbe aromatiche il procedimento è diverso, ma prima di darti una risposta completa ti invito ad scrivere un post dedicato, in modo che l’argomento sia facilmente catalogabile e più visibile anche per gli altri.

Grazie ;)
 
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Reazioni: Vittorio Pannelli
Il tempo di tostatura dipende dalla quantità di carapaci da tostare e dalla quantità d'acqua presente. A me piace arrivare fino a quando si attaccano un po' al fondo.
In questo modo sono sicuro che l'acqua è evaporata tutta e che la tostatura è ottimale.